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Si, lo voglio
IL BLAZER: il capo passepartout
Dalle mie parti CREDO si possa affermare sia arrivata la primavera (ma non diciamolo troppo forte) . Il periodo MEZZA STAGIONE è quella fase dell’ anno che detesto : tutto e’ o troppo pesante o troppo leggero, non riesco quasi mai a prevedere se avrò freddo o caldo e finisce praticamente sempre che al ‘guardaroba di mezza stagione’ si affianca il ‘malanno di mezza stagione’ . Da qualche tempo ho adottato, però, una soluzione che sembra vincente : stratificarmi senza pieta’.
Un capo che ha aiutato l’ ascesa al mio benessere psicofisico e’ stato il BLAZER. Sarà che mi fa pensare all’effetto ”giacca-offerta-dall’uomo-quando-hai-freddo-perche’-hai-fatto- la-cavolata-di-uscire-mezza-nuda”, sarà che e’ un capo che permette di creare contrasti interessanti QUESTO è un pezzo che adoro e che tutte dovremmo avere nell’armadio.
l blazer nasce come giacca sportiva elegante per uomini, come alternativa (relativamente) informale alla giacca coordinata al pantalone. Negli anni 80 è stato utilizzato come divisa aziendale dalle donne d’affari che, in competizione con il genere maschile, si mettevano letteralmente nei panni dell’uomo.
Ad oggi il senso e’ un pò cambiato. Serve a dare un tocco glam ad abbinamenti casual ma, essendo molto versatile, non rinuncia alla sua vocazione originaria di giacca elegante. Ne esistono diverse versioni, in diverse lunghezze (e forme) e praticamente in ogni colore. Un capo salvaoutfit imbattibile in decine di occasioni. È la giacca passepartout per il tempo libero e non.
Midi Skirt : un fascino senza tempo
Ciao ragazze!!!
Settimana scorsa Vi avevo parlato del mio nuovo idillio con i culotte pants..ebbene, alla pari, mi sento di fare una vera e propria dichiarazione d’amore anche nei confronti della midi skirt!!
Come abbiamo potuto dedurre un po’ tutte, guardando le vetrine e sfogliando le riviste, la moda ha deciso di tornare a farci rivivere la magia e l’eleganza degli anni d’oro. Anni in cui le prime mode venivano timidamente esibite, con quel garbo che, ahime’, oggi e’ merce rara.
La Midi è capo versatile, chic e con un’allure vintage che non guasta davvero mai perchè, come ben sappiamo, la moda torna, torna sempre, con cadenza ciclica .. ed oggi, per nostra fortuna, ”ci ritroviamo” a poter indossare quei capi visti nelle foto in bianco e nero delle nostre amate nonne. Sicuramente cambierà la ”fattura” ma il taglio lo ritroviamo esattamente così e, se sdrammatizzato bene, l’outfit che ne deriva non vi farà passare certamente inosservate!!
Questa gonna ha proprio questo potere, provare per credere. Se abbinata nel modo giusto ha la capacità di ”femminilizzare” (si coniano nuovi termini quì 😉 ) capi che, di femminile, han ben poco. Eppoi, ammettiamolo, la lunghezza e la forma aiutano tutte coloro che non si sentono a proprio agio con la minigonna (assolutamente out quest’anno) perchè copre e ridimensiona la figura 😉
Giocate con i tessuti, le fantasie e le proporzioni!! la moda va plasmata secondo il nostro gusto, la nostra personalità e, soprattutto, secondo il nostro umore..perchè, l’essenziale, è sentirsi bene ed a proprio agio con cio’ che indossiamo.
Buon weekend ragazze
Alessandra
Fondazione Prada, viaggio visionario
Vi parlerò di come una semplice uscita fuori porta può dimostrarsi più bella del previsto…
Fondazione Prada è un esposizione di arte contemporanea e cultura, ideata da Miuccia Prada e Patrizio Bertelli ed è il risultato fantastico della trasformazione di una distilleria dei primi anni del Novecento. E’ stata progettata da Rem Koolhaas ed è caratterizzata da un complesso architettonico formato da sette edifici che già esistevano e tre nuove costruzioni: Podium, Cinema e Torre. Credo di poter definire questo progetto come una sinergia tra conservazione e ideazione di un’ architettura, che pur mantenendo una sua storia, ne vede un’interazione.
An introduction: è la prima parte a cui si accede, è situata nella Galleria Sud in quello che era il Deposito del complesso industriale precedente. Questa sezione non è altro che la rappresentazione di un modo di collezionare e ricercare, frutto di un dialogo tra la stessa Miuccia Prada e Germano Celant (storico d’arte). Lo studio accurato e la passione dell’arte danno vita ad un insieme di opere e oggetti che generano informazioni sul passato, il presente e il futuro di un’ avventura esistenziale. Ciò che passeggiando si incontra è una collezione di opere ed installazioni strepitose, che ti lasciano sognare ad occhi aperti.
Usciti dal deposito, si arriva in un ampio cortile dal quale si accede alle altre sezioni. Ve ne parlerò nell’ordine in cui l’ho visitate.
- Trittico: questa sezione è una strategia espositiva, che racchiude tre opere distinte in un unico progetto: la Cisterna. All’interno di questo edificio troviamo in ordine d’entrata: Pinne di Pescecane di Pino Pascali, Lost Love di Damien Hirst e Untitled di Tom Friedman. Pinne di Pescecane sono delle vere e proprie pinne che fuoriescono dal pavimento, nere e sinistre; Lost Love è un’installazione che vede una sedia da ginecologo e vari altri oggetti medici in un grosso cubo pieno di acqua e pesci; Untitled invece è il caos totale di figure e forme di cartoncini, sparsi per l’intero pavimento.
- Progetto Grottesco: è stato pensato da Thomas Demand che per realizzare la sua opera fotografica Grotto, ha ricostruito a partire da una cartolina, un’intera grotta dell’isola di Maiorca. Con tonnellate di cartone grigio l’artista è riuscito a ricreare cavità, stalagmiti e stalattiti della grotta, partendo dalla semplice cartolina, per poi alla fine scattare la foto. Allucinante. Con questo progetto l’artista è riuscito a mostrare all’osservatore il processo preciso del come è arrivato alla ricostruzione della grotta spagnola, nei suoi minimi particolari. Entrando si vede la foto sul muro, continuando le varie cartoline, libri e documenti che ha usato e per finire si arriva in una stanza buia e cupa, in cui erge maestosa questa enorme riproduzione. Realistica e grottesca, appunto. Un insieme di tecnologie moderne e ricerche hanno dato vita a questa magnifica opera che si trova nel piano interrato della sezione Cinema.
- In part: è una mostra, situata nella Galleria Nord a cura di Nicholas Cullinan. Il tema è la frammentazione, e ciò che a seguito di essa, viene generato. Il frammento si nota in ogni opera presente: dipinti, video e installazioni presenti in questa sezione danno vita ad una sorta di viaggio visionario.
Come vi dicevo il ‘’museo’’ è ancora work in progress, ci sono sezioni che devono essere terminate e nuove opere che devono essere introdotte, ma tutto ciò che ho visto ha deliziato i miei occhi dall’inizio alla fine. Sono concetti difficili da capire, ma talmente affascinanti a livello visivo che è impossibile non rimanerne assorti. Non so se è solo l’effetto che fa a me, per l’amore che ho per l’arte, ma è una visita che consiglio vivamente a tutti, apre la mente, fa conoscere, è emozionante.
Con la scuola dovrò tornarci, quindi saprò dirvi qualcosa in più, qualcosa di nuovo… insomma, vi aggiornerò. Intanto ci lascio con questa piccola anticipazione e quale foto, trovate qualcosa di più anche sul mio profilo Instragram.
A presto,
Sara